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ALTOSALENTO RIVIERA DEI TRULLI  benvenuti in Puglia

i comuni dell'altosalento

Ostuni - Ceglie Messapica - San Vito dei Normanni - Carovigno - San Michele Salentino

Alberobello - Martina Franca - Locorotondo - Cisternino   

 Brindisi - Mesagne - Latiano - Oria - Francavilla Fontana - Grottaglie - Villa Castelli  - Fasano

L'Altosalento rappresenta il territorio più a nord e a più alta altimetria del Salento, ed è altresì la  risultante di una naturale evoluzione organizzativa del territorio, pertanto, non ha confini chiaramente definiti.

Il comprensorio altosalentino va sempre più compattandosi in un'unica realtà economica-turistica che comprende i comuni fondatori del Consorzio Intercomunale Gal Alto Salento (Ostuni, Ceglie, San Vito, Carovigno e San Michele));  i comuni della Valle d'Itria (Martina Franca, Locorotondo e Cisternino)  e gli altri comuni dell'Altosalento dei quali diamo in questa pagina alcune informazioni turistiche culturali.


 Brindisi Porta d'Oriente, l'antica Brundisium, città dapprima messapica poi romana, naturale porta per l'Oriente e non a caso collegata a Roma dalla via Appia, la regina delle vie consolari romane (regina viarum), le cui colonne terminali sono situate sul caratteristico porto a forma di una testa di cervo, con il seno di levante e il seno di ponente che abbracciano la città.

Con l'Impero Romano Brindisi diviene molto importante sia militarmente (dal suo porto si imbarcano le legioni) sia commercialmente. Dopo la caduta  di Roma anche Brindisi conosce un periodo oscuro. Riacquista importanza  con le Crociate come porto d'imbarco per l'Oriente.

Fra l'Ottocento e il Novecento, Brindisi era il terminal ferroviario della "Valigia delle Indie" che  attraversava l’Italia su rotaia per portare viaggiatori e corrispondenza dal Regno Unito fino a Bombay. Il convoglio, che partiva da Londra, giungeva a Brindisi in 44 ore da qui ci si imbarcava per l'Egitto e l'India.

Il porto di Brindisi è oggi turistico, commerciale e industriale, si distingue in tre grandi bacini: interno, medio ed  esterno. Il caratteristico e antico porto interno è formato da due lunghi bracci che cingono la città a nord e ad est.  Il porto medio è formato dallo specchio acqueo che precede il canale di accesso al porto interno (Canale Pigonati), é destinato principalmente alle attività commerciali (navi traghetto) e, nell'ansa più riparata e protetta,  nel Seno di Bocca di Puglia, si localizza il moderno porto turistico di Brindisi.  Il porto esterno è limitato a levante dalle isole Pedagne a ponente dall'isola di Sant'Andrea e ha vocazione per lo più industriale e al suo interno sono installate strutture per lo sbarco di materie prime destinate agli stabilimenti del polo industriale chimico.

Brindisi conta 84.000 abitanti  e oltre al porto, naturale "gate" per i collegamenti con la Grecia, i Balcani e la Turchia vanta un aeroporto  (Aeroporto del Salento) con voli per Roma, Milano e le più importanti città italiane ed europee.

Vicino alla colonna superstite della via Appia, sul porto, all'inizio della scalinata, gli storici localizzano la casa del grande poeta Virgilio che a Brindisi scrisse l'ultima parte dell'Eneide e che qui morì nel 19 a.C. 

Nella città sono presenti altre numerose testimonianze di epoca romana come l' area archeologica "San Pietro degli Schiavoni" vicina e  sottostante al Nuovo Teatro Comunale Verdi  (il teatro sospeso). L'area archeologica di San Pietro degli Schiavoni rappresenta un quartiere della città romana attraversato da una strada basolata con resti di domus con pavimenti a mosaico e di impianto termale con i resti dei quartieri abitativi (fine I sec. a.C. - età tardo antica).

Il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi è stato inaugurato nel gennaio 2007. La struttura prende il posto del teatro Verdi di inizio novecento(1903), danneggiato dalle bombe durante l'ultima guerra e demolito nel 1960. In fase di scavo emersero numerosi reperti archeologici di epoca romana di notevole pregio e di enorme interesse storico, pertanto si rese necessario un progetto che prevedesse la realizzazione a quota stradale di un'area archeologica protetta su cui innalzare, con tecnologia innovativa e alternativa, la nuova struttura. Il teatro di Brindisi è unico al mondo nel suo genere, ovvero per la particolarità di essere sospeso sugli scavi archeologici della città romana. Le dimensioni ragguardevoli del suo palcoscenico, 600 mq. di area di calpestìo, realizzato in legno, lo pongono al terzo posto (dopo il San Carlo di Napoli e il Bellini di Catania) tra i teatri più grandi del Sud Italia.

Del periodo medievale menzioniamo la "Fontana Tancredi" e il "Portico dei Cavalieri Templari".   La Fontana Tancredi venne in realtà restaurata dal normanno Tancredi nel 1192 ma fu costruita dai romani.

Fra le chiese più interessanti della città ricordiamo il Duomo che risale, la prima costruzione al 1132, ma l'aspetto attuale è del 1743; la trecentesca chiesa di Santa Maria del Casale in uno stile particolare romanico-gotico con facciata a sezioni bicolori e le chiese di Santa Lucia (con cripta basiliana del secolo IX), San Benedetto (XI sec) e San Giovanni al Sepolcro (XII sec).  Quest'ultima chiesa indicata, "San Giovanni al Sepolcro",  fu costruita in epoca normanna dai Cavalieri Templari e passata poi ai Cavalieri del Santo Sepolcro. Si presenta a pianta circolare con un portale ornato di rilievi e incorniciato da un portico sostenuto da due colonne sormontate da leoni; l'interno è suddiviso da colonne con capitelli finemente lavorati e conserva resti di affreschi.

Due i castelli di Brindisi: il Castello Svevo-Aragonese (il castello di terra) fatto edificare da Federico II di Svevia nel 1227 e il Castello Alfonsino (Forte a mare) costruito sull'isoletta di Sant'Andrea, all'ingresso del porto, nel 1481. 

Del sistema difensivo della città, risalente a diversi momenti storici, restano visibili oggi una cortina muraria che collega il Castello Svevo al Torrione dell'Inferno (1484), Porta Mesagne (1243), Bastione Carlo V (1551). Bastione San Giacomo (1530), Porta Lecce (1464).  

Uno dei simboli della città di Brindisi è rappresentato dal Monumento al marinaio d'Italia,  realizzato nel 1933 a forma di timone ed alto 54 metri.

Da visitare Palazzo Granafei-Nervegna  con la sala della Colonna Romana.  Tra giochi di luce, fregi e decori, questo splendido esempio di palazzo rinascimentale custodisce una ricca collezione di carte geografiche e antichi manoscritti.  

La città è sede del Museo Archeologico Provinciale Ribezzi  che ospita diversi reperti di epoca preistorica, messapica e romana: iscrizioni, monete, trozzelle, statue e i bronzi di Punta del Serrone. Atra interessante esposizione al Museo Archeologico Comunale Salvatore Faldetta  con una collezione di 350 reperti archeologici distribuiti su tre piani.

Appena fuori Brindisi (periferia ovest direzione Mesagne) segnaliamo il lago del Cillarese, un habitat naturale per varie specie di uccelli e un polmone verde di grande interesse naturalistico.

Nel vasto territorio comunale da segnalare la popolosa frazione agricola di Tuturano (3.000 ab.). Nelle vicinanze del paese la Riserva naturale regionale orientata Bosco di Santa Teresa e dei Lucci.


Il Castello Normanno Svevo di Mesagne in provincia di Brindisi

Mesagne Città a forma di Cuore, conta 26.000 abitanti ed è localizzata all'inizio della pianura salentina a 72 metri di altitudine. Importante centro agricolo con produzioni di olio, vino, frutta e ortaggi.

E' una antica città della "dodecapoli messapica", importante anche in epoca romana per la posizione strategica sull'antica arteria messapica che univa Brindisi a Oria sul cui tracciato i romani costruirono la via Appia. Il nome Mesagne deriva appunto dal messapico Metania (città di mezzo), poi Mesania in epoca romana.

Monumento simbolo della città è il castello che risale all' XI secolo (voluto nel 1062 da Roberto il Guiscardo) e ampliato nel XV secolo dagli Orsini del Balzo. Oggi il castello ospita le sale espositive del Museo del Territorio "Ugo Granafei", con interessanti reperti ceramici di epoca messapica.

Originale la forma di cuore del centro storico al quale si accede attraverso due eleganti  porte: Porta Grande e Porta Piccola. Nel centro storico che, presenta una struttura urbanistica tipica del cinquecento-seicento,  si possono ammirare chiese e palazzi di epoca barocca. Interessante, sempre nel borgo antico, un'area archeologica messapica e le barocche chiese di Sant'Anna e della Collegiata.

Appena fuori dal centro storico la Chiesa di Santa Maria in Betlehem ampliata dai Celestini che Vi costruirono accanto un Monastero, l’attuale Municipio. Da segnalare il Tempietto di San Lorenzo (sec. IX-X), con interno a tre navate e abside sormontata da cupola.

Al confine con il comune di Latiano l'area archeologica di Muro Tenente, antico insediamento messapico    


Latiano Città dei Musei, conta 14.000 abitanti a 97 metri di altitudine in un'area agricola con uliveti e vigneti.

Al centro della cittadina il Palazzo o Castello Imperiali  di origine cinquecentesca. La struttura, un ex castello poi divenuto residenza signorile, è oggi un contenitore culturale sede della Biblioteca Civica G. De Nitto, della Mediateca e di diverse sale espositive. Qui i visitatori potranno immergersi nella storia e nell’arte ammirando le tele della Quadreria Imperiali, costituita da una collezione di 15 opere risalenti al XVII-XVIII secolo; sarà inoltre possibile ammirare gli affreschi del salone di rappresentanza realizzati dal pittore Agesilao Flora nel 1928 e la collezione archeologica Marseglia, collezione privata di reperti archeologici donata alla Città di Latiano.

Poco fuori dal centro abitato il nuovo Santuario della Madonna di Cotrino con l'antica chiesetta seicentesca che conserva un affresco miracoloso della Beata Vergine Maria. La tradizione vuole che il dipinto sia stato ritrovato da una contadina, guarita da una grave malattia, alla quale apparve in sogno la Vergine che la invitava a recarsi in contrada Cotrino, dove avrebbe trovato un'immagine dipinta su un muro, nascosta fra i rovi. Qui fu dunque costruita una chiesa alla Madonna. Più tardi, nel XVII secolo sorse un monastero che dal 1922 è custodito dai Cistercensi di Casamari.

A Latiano ci sono ben quattro diversi musei: il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari con ricostruzioni degli ambienti essenziali della casa-tipo pugliese quali l'ambiente casalingo, artigianale, e agricolo; il Museo della Ceramica nella casa natale del Beato Bartolo Longo; il Museo del sottosuolo e la Casa-Museo Ribezzi-Petrosillo.

Il Beato Bartolo Longo è nato a Latiano nel 1841, è stato fondatore e benefattore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. La sua beatificazione è del 1980 con Papa Giovanni Paolo II. 

Approfondimenti su Latiano


Oria Città Federiciana, annovera 15000 abitanti, sorge su una altura a 166 metri di altitudine a metà strada fra l'Adriatico e lo Jonio. 

Insieme a Ceglie fu capitale della confederazione messapica, in seguito, municipio romano e in epoca normanna città preferita da Federico II che qui, nel secondo decennio del XIII secolo, fece erigere un imponente castello.

Di epoca messapica diversi ritrovamenti archeologici; da visitare la necropoli di Piazza Lorch allestita con restauri integrativi, ricostruzioni ambientate e modelli tridimensionali. 

Il castello di Oria, gioiello dell'architettura sveva, sorge sul più alto dei tre colli della cittadina, nel luogo già occupato dall'acropoli messapica.

Il maniero presenta una planimetria triangolare con ai vertici le tre torri chiamate ''Quadrata'', ''del Cavaliere'' e ''del Salto''; imponente la piazza d'armi, capace di accogliere fino a cinquemila soldati.

Si narra di una leggenda secondo la quale per dare stabilità al castello, soggetto spesso a crolli, fu necessario il sacrificio di una fanciulla che forse si gettò dalla torre per sfuggire ai desideri del castellano. La madre della fanciulla si sfogò maledicendo il paese "possa tu fumare Oria, come fuma il mio cuore esasperato". Da quel giorno la cittadina è sovrastata da una nuvola scura o avvolta da una leggera nebbiolina (ed effettivamente, alcune volte, il paese si presenta così per un fenomeno naturale particolare). E' questa la leggenda di Oria fumosa.

Ogni anno nel secondo fine settimana di Agosto si tiene il "Corteo Storico di Federico II - Torneo dei Rioni", una spettacolare rievocazione storica del corteo e del "Torneamento" voluto dall' imperatore svevo  nel 1225 per onorare la presenza del padre della sua promessa sposa Jolanda di Brienne. L’unione fra l'imperatore e la tredicenne Jolanda fu benedetta il 9 novembre 1225 nel duomo di Brindisi.

Il Corteo di Federico II rappresenta la più importante rievocazione medievale del periodo federiciano. Centinaia di figuranti in costume d'epoca sfilano lungo le principali vie cittadine, per l'occasione fastosamente addobbate con i vessilli dei quattro rioni, per concludersi in Piazza Manfredi, dove l'araldo leggerà il bando emanato dell'imperatore. Nel Torneo dei Rioni, in programma il giorno seguente, gli atleti ed i cavalieri di ciascun rione si sfidano nelle dure prove di stampo medievale valide per l'assegnazione del Palio. Per vincere occorre conquistare il maggior numero di punti durante cinque prove (ariete, botte, forziere, gara del ponte, velocità e destrezza).

Grazie al "Corteo Storico di Federico II - Torneo dei Rioni" a Oria ci sono gruppi di sbandieratori che si distinguono in tutta Italia per le loro esibizioni.

Fra i monumenti di Oria, oltre al citato castello, ricordiamo la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta con la Cripta delle Mummie,  il parco Montalbano sui pendii della collina del Castello,  il centro storico con il  rione Giudea (il ghetto ebraico) e il frequentatissimo  Santuario di San Cosimo alla Macchia, meta di numerosi pellegrini che vi si recano anche a piedi in segno di devozione.

Il Santuario di San Cosimo alla macchia è localizzato a cinque chilometri da Oria, in origine era una chiesetta fondata dai monaci basiliani in un'area senza coltivazione da qui l'appellativo "alla macchia". Nel corso dei secoli la chiesetta è stata ampliata e oggi, alla sommità della facciata, presenta una grande statua del Cristo Redentore. All'esterno ci sono giardini, porticati, area mercato e la nuova grande chiesa inaugurata nel 2017. La Sala ex Voto presenta commoventi testimonianze di persone miracolosamente guarite per intercessione dei Santi Medici Cosimo e Damiano. Nell'area del Santuario di San Cosimo alla Macchia, presso il Museo  Etnografico sono in mostra oltre tremila oggetti che raccontano tre secoli di storia altosalentina e tradizione contadina.

In diversi anni Oria ottiene la Bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale per le località dell'entroterra, conferita dal Touring Club Italiano sulla base di rigorose valutazioni quantitative e qualitative.


Francavilla Fontana Città degli Imperiali  con i suoi 35.000 abitanti è la cittadina più popolosa della provincia di Brindisi, dopo il capoluogo (terza come comune dopo Brindisi  e Fasano).

Francavilla è situata ai piedi delle ultime ondulazioni murgiane a  140 metri di altitudine.

Le origini di Francavilla risalirebbero al  XIV secolo: Filippo I d'Angiò, principe di Taranto, mentre cacciava cervi avrebbe rinvenuto presso una fontana  un'immagine della Beata Vergine con il Bambino dipinta su un muro diroccato. In questo luogo, nel 1310 venne costruita una cappella e poi edificata la Chiesa Matrice oggi Basilica Pontificia Minore. Il principe angioino concesse franchigie per abitare in quel posto, da qui il nome: Franca-Villa,  città franca (esente da tasse) e Fontana a ricordo dell'evento miracoloso. 

La Basilica di Francavilla si caratterizza per la grandiosa e slanciata facciata barocca con ricco portale e con la cupola maiolicata più alta del Salento. All' interno della Chiesa interessante tela raffigurante  "Il Rinvenimento della Madonna della Fontana".

Nella piazza antistante la Basilica una lastra in bronzo, indica il Punto Mediano di Terra d’Otranto.  Così scriveva, infatti, nel 1696 lo storico Giovanni Battista Pacichelli: “…Né devo tralasciare, che dove propriamente fu ritrovato il sacro ritratto, cioè dal mezzo dove oggi è posta la Collegiata insigne di Francavilla, fino al Promontorio di Japigia, dove stà situata la Chiesa di Santa Maria di Finibus Terrae (Leuca), vi sono sessantanove miglia, e altro tanto dal mezzo di detta Collegiata sino alla riva del fiume Bradano, che divide la provincia d’Otranto dalla Basilicata, nove miglia distante da Matera. Per traverso poi dal Mare Jonio , ò Adriatico fino al mare Tarentino, dal mezzo di detta Chiesa fino à Taranto sono venti miglia, e venti altre fino a Brindisi, di modo che il luogo dove fù trovata la Santa Jmagine rimane per centro di tutta la Provincia d’Otranto, quasi ella sia il Soccorso e Protettione di tutta la Provincia …”.

Fra le tante altre chiese di Francavilla ricordiamo: la Chiesa dei Padri Liguorini voluta da Filippo d'Angiò per i frati francescani nel 1322, la Chiesa di Maria Santissima della Croce  con il convento e il chiostro, la cinquecentesca Chiesa del Carmine.

Dalla Chiesa del Carmine, subito dopo la messa solenne vespertina del Giovedì Santo, escono a coppie i "Pappamusci",  i confratelli che vestiti con un saio bianco, incappucciati, scalzi e con un bastone si recano a passo lento nelle chiese di Francavilla ad adorare Cristo Eucarestia deposto negli altari della Reposizione (i "Sepolcri"). Quando le coppie di pellegrini si incrociano per strada o quando devono darsi il cambio inginocchiati davanti al Santissimo, si salutano battendo il bastone per terra e ponendosi di fronte gli uni agli altri simulano un abbraccio portandosi con forza le braccia al petto. Al loro passaggio in piazza Umberto (la piazza centrale di Francavilla) due musicanti suonano una nenia funebre per ricordare la penitenza e il dolore di questo giorno.  I "Pappamusci" vivono un atto di fede, rinnovano un voto da adempiere negli anni.

Il monumento simbolo di Francavilla è il Castello Fortificato conosciuto come "Palazzo Imperiali" dal nome dei feudatari  della città, i principi Imperiali che per oltre due secoli ne fecero la loro residenza.  Il maestoso Castello campeggia sui palazzi dai seicenteschi ed artistici portali, sulle grandi porte cittadine vestigia delle antiche mura che cingevano il nucleo antico e sui vicoli e le stradine del centro storico.


Grottaglie, Città della Ceramica e dell'uva da tavola, in provincia di Taranto,  si localizza a 130 metri di altitudine sul pendio di una collina delle Murge meridionali, poco prima della piana di Taranto. Conta 31.000 abitanti ed è nota, oltre che per le sue ceramiche artistiche e artigianali, anche per le sue eccellenti produzioni di uve da tavola.

L'uva da tavola di Grottaglie, dolce e profumata, in diverse cultivar (Victoria, Regina, Apirene) è apprezzata in tutta Europa e si apre a nuovi mercati nordamericani raggiungibili con voli cargo dall'aeroporto della città.

Grottaglie è sede di un aeroporto, aperto al traffico passeggeri (charter) ma prevalentemente utilizzato dallo stabilimento Leonardo che produce alcune sezioni della fusoliera del Boeing.

Ieri, Grottaglie era... "la cittadina industriale" dell'Altosalento per le sue produzioni  di vasi di argilla grezza e ceramicati per la conservazione dell’olio, del vino e dei cereali, come pure per la produzione di brocche, piatti e quant'altro serviva, per uso quotidiano, ai nostri contadini, alle nostre massaie e ai nostri artigiani.  

Contenitori per eccellenza erano "i capasoni" a fianco raffigurati,  recipienti di grandi dimensioni, alti anche oltre due metri per conservare  il vino;  ancora oggi sono utilizzati dai contadini per questo scopo. I "pitali" sono simili, ma più piccoli, servivano e servono per conservare l'olio.

Oggi molti "capasoni" e altri antichi oggetti della nostra civiltà contadina vengono utilizzati come ornamento.

Il Castello Episcopio ospita il "Museo della Ceramica" che espone ceramiche datate dall'VIII secolo a.C. ai nostri giorni.

Intorno al Castello si sviluppa il "Quartiere delle Ceramiche", con le antiche botteghe artigiane e i ceramisti all'opera nei laboratori attigui dove  è possibile ammirare la loro maestria.

Segnaliamo il laboratorio di Francesco Motolese (campione del mondo di tornio) con esposizione ceramiche in via Leonardo da Vinci 28 (tel. 099 5628243) al termine del Quartiere delle Ceramiche di Grottaglie. - Info   

Nel centro storico, chiese e palazzi con gli angoli dei balconi adornati di "pumu" (pomo), un bocciolo portafortuna in terracotta.

Il nome alla città deriva dalle tante grotte e caverne, presenti nel centro abitato nel quartiere delle ceramiche dove le botteghe artigiane sono spesso ubicate in grotte che si aprono nella roccia tufacea, quanto nel territorio lungo le gravine, piccoli canyon scavati  nei millenni dall'acqua piovana nel suo scendere dalla Murge.


Villa Castelli  balcone dell'Altosalento, 9000 abitanti, centro agricolo situato a 251 metri di altitudine su un incantevole "terrazza" che dà sulla piana di Taranto; da qui l'appellativo di "Balcone dell'Altosalento".

Il paese si sviluppa nell' Ottocento intorno a un preesistente palazzo ducale,  residenza estiva degli Imperiali di Francavilla.  

Sono contadini provenienti dalla vicina Ceglie i primi abitanti del paese che diventa comune nel 1926 staccandosi da Francavilla.

Ecco quanto raccontava nel 1884 il Prof. Cosimo De Giorgi  nel suo "La Provincia di Lecce – Bozzetti di Viaggio" . Gli agricoltori cegliesi forti, sobrii, instancabili, solerti, un po’ fieri, ma svelti e intelligenti, si sparpagliano nelle vaste campagne intorno alla città; ed emigrano – esempio unico in Terra d’Otranto!– nei territori dei paesi vicini creandovi nuovi paesi, come per esempio San Michele, nel tenimento di San Vito dei Normanni,  e Villa Castelli in quel di Francavilla Fontana. Villa Castelli che nel 1792 era ancora una fattoria dei principi Imperiali e stazione di scelte razze equine, divenne borgata nei primi di questo secolo, quando Gioacchino Ungaro, duca di Montejasi, concesse ad enfiteusi molte terre presso il Castello a parecchie famiglie cegliesi e grottagliesi; ed oggi contiene di già 1878 abitanti, e si va sempre più allargando per l’aria buona che vi si respira, per la fertilità del territorio e pel facile smercio dei prodotti agrarii verso Grottaglie, Taranto e Francavilla.

Da segnalare l'area archeologica di "Pezza Petrosa" a tre chilometri da Villa Castelli. Buona parte di quanto rinvenuto nell'area archeologica si trova nel museo cittadino, allestito all'interno del Palazzo Municipale. 

A Villa Castelli termina la grande condotta principale dell'acquedotto pugliese, un' opera mastodontica lunga 244 chilometri realizzata ai primi del Novecento per portare in Puglia l'acqua del fiume Sele.

Nel territorio comunale, in contrada Madonna dei Grani, nasce il Canale Reale, uno dei pochi corsi d'acqua superficiali del Salento, che termina nell'oasi naturalistica di Torre Guaceto.

Interessante nel centro abitato il  "Viadotto dell'Impero" (il Ponte Vecchio), un grande ponte ad archi  riecheggiante le severe architetture romane, costruito negli anni 30 per unire le due parti del paese divise dalla Gravina, caratteristica depressione carsica, oggi parco comunale.

Il Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine" si estende su una vasta area ad arco nell’area murgiana che guarda allo Jonio, da Villa Castelli (BR) a Ginosa (TA) comprendendo territori ricadenti in quattordici comuni. Le gravine sono incisioni erosive profonde anche più di 100 metri, molto simili ai Canyon, scavate dalle acque meteoriche nella roccia calcarea. I fianchi delle Gravine presentano cavità e caverne che hanno ospitato interi villaggi rupestri.


Fasano  parchi divertimento, colline, mare e terme.  Fasano si localizza a  110 m. di altitudine nella piana degli ulivi con alle spalle, a farle da corona, le colline della Selva e di Laureto; di fronte, a pochi chilometri, la costa adriatica.

Fasano nasce come Casale di S.Maria de Fajano nel 1100, ad opera delle popolazioni che avevano abbandonato le rovine di Egnazia.

Attiguo alla piazza centrale (piazza Ciaia) si raccoglie, nei bianchi vicoli, il centro storico medievale di Fasano con  la Chiesa Matrice del XVII secolo e gli antichi palazzi gentilizi. 

Il territorio comunale, vasto e vario, si estende dalla collina al mare e conta 39.000 abitanti (secondo comune della provincia dopo Brindisi),  più di 25.000 risiedono a Fasano e i restanti nelle numerose frazioni. 

In collina troviamo la rinomata e sempre bella Selva di Fasano (negli anni sessanta una delle zone più "chic" di tutta la Puglia e non solo), Laureto, Canale di Pirro e Cocolicchio;  tutta la zona collinare si presenta con trulli, villette, casine e costruzioni in stile liberty. La Selva di Fasano, a oltre 400 metri di altitudine, è oggi un luogo ameno e tranquillo dalle riposanti atmosfere con tanto verde, querce cerri e pini che adornano anche le numerose ville. Nel centro della località, lungo viale Toledo, la grande Chiesa Trullo e la Casina Municipale; poco distante dal cuore della Selva una singolare costruzione del 1918 a forma di Minareto. Dal Belvedere, dalla strada per Castellana e dalla vecchia strada che scende con stretti tornanti a Fasano, panorami mozzafiato sulla pianura ulivetata e sull'azzurro mare di Puglia.    

logo blueflag coloriAdagiate sul mare: Savelletri (1000 abitanti) con il suo porto peschereccio e Torre Canne (500 abitanti - in inverno) con il suo caratteristico faro, il porticciolo, le terme e la splendida lunga spiaggia.  La costa si sviluppa per 15 chilometri e la parte sud fa parte del parco regionale delle "Dune costiere tra Torre Canne e Torre San Leonardo.

La Marina di Fasano è insignita da anni del prestigioso riconoscimento di Bandiera Blu.   

Nella fertile pianura, le popolose frazioni agricole di Pezze di Greco (5000 abitanti) e  Montalbano (3000 abitanti) oltre a  Fasano stazione, Speziale (500 abitanti) e  Pozzo Faceto (circa 1000 abitanti) dove sorge il Santuario della Madonna del Pozzo, protettrice della Città di Fasano. Segnaliamo alcune curiosità sull'etimologia del nome di due di queste frazioni: Pezze di Greco e Speziale.  Pezze di Greco deriva il suo nome da "terre della famiglia Greco" il cui casato,  originario di Martina Franca, possedeva quei terreni privi di alberi e adibiti alla coltivazione di cereali;  nel nostro dialetto terreni con queste caratteristiche venivano chiamati "pezze".  Con il termine speziale, in particolare in epoca medievale, si indicava chi preparava le medicine; negli antichi tempi passati, nell'odierno paesino di Speziale trascorreva l'estate il "farmacista di Fasano" lo speziale appunto, da qui il nome della frazione.

Fasano è conosciuta anche per lo Zoosafari,  che ospita una gran quantità di animali, che vivono allo stato libero e Fasanolandia parco divertimenti per grandi e bambini (molto bello lo spettacolo dei delfini).

Vicino a Savelletri  l'area archeologica di Egnatia (antica città messapica e romana) con il museo archeologico nazionale. A Montalbano il dolmen: megalite preistorico risalente alla prima Età del Bronzo, 2000-1500 a.C. In tutto il territorio comunale insediamenti rupestri medievali e masserie fortificate; fra gli insediamenti rupestri ricordiamo quello di Lama d'Antico, nei pressi della stazione ferroviaria, con una bellissima chiesa-cripta a due navate.


Approfondimenti: Letteratura di viaggio del XIX secolo


Vacanze nell'Altosalento

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