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san vito dei normanni      Le cripte di San Biagio

I monaci basiliani fondarono nel sud della Puglia varie comunita' e si rifugiano nelle grotte della zona. Siamo intorno all'anno 1000, una importante comunità di questi monaci fondarono un intero villaggio ben organizzato a  7  km da San Vito.   

Sono varie grotte costruite nella roccia; si ammirano affreschi che raffigurano  San Biagio ed eventi narrati nei testi sacri, e una grande caverna, probabilmente un locale comunitario. All’interno si distinguono due zone, il “naos” (affrescata) dove si celebrava il rito greco, e l’altra non affrescata riservata al popolo (bema).

Questi insediamenti rupestri, fra i più importanti del Salento, sono dunque rilevanti per le pitture bizantine e la volta divisa in cinque sezioni con affreschi che rappresentano i quattro evangelisti, l'Annunciazione, la fuga in Egitto con Maria su un cavallo bianco, la presentazione al tempio e l'ingresso di Gesù in Gerusalemme.

Alcuni affreschi votivi sono dedicati ai Santi orientali, come San Biagio, San Nicola, Sant’Andrea, e a quelli latini, come San Giorgio, San Giacomo, San Giovanni. La cripta conserva dei brani affrescati datati da un’iscrizione in greco al 1196.

Su una parete è affrescata la Natività con la Vergine e il bambino, San Giuseppe, l'angelo con i pastori e i Magi. Durante il periodo natalizio in questo scenario suggestivo viene presentato un singolare presepe vivente. 

La Cripta di San Biagio nel Dicembre 2011 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di "Meraviglia italiana".

Lungo il vallone delle grotte di San Biagio, scorre il canale Reale uno dei pochi corsi d'acqua sorgiva e piovana del Salento, percorribile lungo sentieri che portano in direzione dell'oasi naturale di Torre Guaceto.

La cripta di San Biagio è visitabile, come pure la cripta della Madonna del Belvedere a Carovigno, ma tante altre chiese-cripte sono non aperte al pubblico ma altrettanto belle e ricche di storia.

Fra le altre chiese cripte, con affreschi, segnaliamo a Ceglie,  la grotta della Madonna della Grotta, sovrastata da una chiesetta del 300 con campanile a vela e la grotta di San Michele con gigantesche colonne stalagmitiche.

Sono poi tantissime le cavità carsiche del territorio altosalentino ricche di stalattiti e stalagmiti: le più importanti grotte, ben illuminate e comodamente percorribili, sono le meravigliose grotte di Montevicoli a Ceglie Messapica.

*I Monaci Basiliani appartenevano agli ordini ispirati alla dottrina di San Basilio. Abitarono originariamente le regioni del mediterraneo orientale in grotte e anfratti naturali. Accadde che nel 726 d.C. l’Imperatore bizantino di Costantinopoli Leone III , ordinò la distruzione di tutte le immagini che rappresentassero Dio, la Madonna e i Santi e avviò una persecuzione religiosa che costrinse tantissimi monaci e fedeli a fuggire dalle terre di Oriente. I monaci basiliani ritrovarono nelle grotte carsiche dell’Altosalento l’habitat dalle caratteristiche morfologico-naturali a cui erano abituati. Tipicamente si trattava di piccole grotte al cui interno c’erano uno o più giacigli per riposare, la cripta, addobbata con pitture parietali raffiguranti i Santi, e l’altare utilizzato per la celebrazione della messa.

I monaci svolsero un ruolo importante nelle comunità medievali della Valle d’Itria e dell’Altosalento. Oltre a costruire diverse cripte e chiesette – come la chiesa di S. Nicola di Patara di Cisternino, le grotte di San Biagio a San Vito dei Normanni e a Ceglie la cripta di San Michele, le Croci e la chiesa di Sant’Anna – furono un riferimento importante per le comunitrà locali perchè, essendo molto istruiti e sapendo leggere e scrivere, poterono trasferire le loro conoscenze ad adulti e bambini, anche inerenti le tecniche di agricoltura. Fu anche grazie al loro contributo che fin dall’età medievale nelle nostre terre venne incrementata la coltivazione dell’olivo.


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