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Ceglie Messapica Curiosità messapiche
L'acropoli della polis messapica di Kailia (o Kailinon) è stata localizzata sul luogo dove sorge l'attuale castello, l' agorà si identifica con l'attuale piazzetta Ognissanti sita nelle vicinanze di un tempio pagano dedicato successivamente alla religione cristiana. Probabilmente questo luogo di culto è la chiesetta di Sant'Antonio Abate utilizzata per le funzioni religiose dai soldati angioni nel XIII secolo. Rimasta nell'oblio per secoli e divenuta abitazione privata, oggi è un singolare ristorante del centro storico con sale affrescate e tra luci soffuse e immagini sacre sulle bianche pareti si può respirare un'atmosfera carica di storia.
Dalla piazzetta Monterrone, appena fuori dal centro storico attraverso l'omonimo arco, oltre a un meraviglioso panorama della valle d'Itria si notano resti del muraglione messapico più interno della città. Questo "paretone" comprendeva un triplice ordine di mura concentriche disposte su un terreno scosceso, e altre mura interne e perpendicolari in modo da creare scompartimenti stagni nei quali i nemici cadere come in tante trappole. Il grande muraglione più esterno era invece lungo trenta chilometri, i resti più interessanti sono nelle località di Faccia Ascuata e Donna Lucrezia, in direzione Taranto, a cinque chilometri da Ceglie.
Dai ritrovamenti archeologici di vasi e monete si evince che i soldati celini (i soldati messapi di Ceglie) avevano un elmo a punta, indossavano una tunica di pelle che lasciava libere le gambe e le braccia, ed ai piedi calzavano saldali di cuoio annodati alle caviglie. I soldati si dividevano in due specialità: gli arcieri che sono raffigurati con l'arco disteso e una capiente faretra sul fianco ed i frombolieri con a tracolla la bisaccia delle ghiande missili e la fionda in mano. Le ghiande missili di piombo erano di circa tre cm di lunghezza e pesanti 70 grammi, i frombolieri celini erano abili e precisi nell'utilizzare quest'arma tanto che un corpo speciale di frombolieri messapici venne richiesto dagli ateniesi nel 413 a.C. durante la guerra del Peleponneso.
Le divinità venerate a Ceglie erano: Atena-Minerva Galeata, che compare su molte monete messapiche, Apollo e Afrodite. A queste ultime due divinità erano dedicati due importanti templi, mete di pellegrinaggi da tutta la Messapia e non solo: il tempio di Apollo nel luogo dove sorge oggi la chiesa di San Rocco e il tempio di Afrodite sulla collina di Montevicoli dove sono state rinvenute lucerne, vasi, capitelli ed iscrizioni messapiche. Questa la traduzione di una importante iscrizione conservata nel museo di Brindisi: "Presso Afrodite, che scruta il profondo pensiero di Giove, sono pervenuta attraversando confini diversi di popoli".
Ceglie Messapica appartiene a un'area dialettofona autonoma, molto chiusa e arcaica, il dialetto cegliese è l'erede di una lingua antica quale quella messapica. La gente cegliese più che costituire un anello di congiunzione-transizione, anche territoriale, delle due civiltà pugliese e salentina, rappresenta invece un'enclave, una colonia superstite che ha goduto nel tempo di una propria insularità che l'ha preservata da contaminazioni massificanti. I vocaboli usati sono a volte simili a quelli tarantini, ma la sua cadenza si avvicina in alcuni casi al dialetto barese. Il dialetto cegliese è parlato a Ceglie, Villa Castelli e San Michele Salentino. Segnaliamo un interessante glossario del dialetto cegliese a cura di Pasquale Elia.
Curiosità e particolari cegliesi di epoche piu' recenti